giovedì 3 settembre 2009
Testa di Eracle (o d'Ercole). "Il reperto è sempre stato ad Agrigento, nessun mistero". "Stupore" per le dichiarazioni di un funzionario.
La Testa d’Ercole si trova al museo archeologico regionale di Agrigento, tanto da essere stata oggetto di studio negli ultimi giorni anche da parte di un professore universitario. Un documento inviato dalla direzione museale agrigentina alla Compagnia dei carabinieri della città dei mosaici aveva già confermato nei mesi scorsi la presenza nei magazzini agrigentini del reperto, proveniente dall’area archeologica della Villa Romana del Casale. Ma nuovi accertamenti hanno riconfermato il dato. Il capitano Michele Cannizzaro, comandante della Compagnia piazzese, in seguito ad alcune dichiarazioni apparse mercoledì sui mezzi di informazione, ha raggiunto al telefono Giuseppe Castellana, direttore responsabile del museo archeologico di Agrigento. “La testa è custodita in quel museo ed è stata visionata e fotografata dal professor Patrizio Pensabene e da suoi collaboratori giovedì scorso 27 agosto”, spiega il capitano Cannizzaro. Ed è arrivata la conferma senza se e senza ma. “Il direttore Castellana ha smentito le dichiarazioni apparse ieri sulla stampa, apprendendo con stupore della falsa notizia data a mezzo stampa da un funzionario direttivo dello stesso museo”, aggiunge Cannizzaro. Ribadendo ai militari con assoluta certezza la presenza del reperto, rimanendo a quanto pare molto stizzito per una fuga di notizie infondate. Per evitare dubbi, inoltre, i carabinieri hanno chiesto ai dirigenti agrigentini una verifica visiva diretta all’interno dei magazzini. Il reperto c’è e c’è sempre stato. “Non esiste alcun mistero, il reperto è al museo di Agrigento”, si è limitato ad affermare, ieri mattina, il capitano Cannizzaro. E sembra che sia stata una nuova volta ribadita l’intenzione di trasferire il prezioso reperto da Agrigento ai magazzini della soprintendenza di Enna, per poter poi essere esposto nel futuro museo archeologico di Palazzo Trigona. La richiesta di restituzione del reperto, come di tutti i materiali pervenuti dalla Villa del Casale e non esposti, sarebbe stata già avanzata dalla direzione museale della Villa Imperiale del Casale agli inizi del 2006, ricevendo il preliminare via libera da parte del Consiglio Regionale Beni Culturali e Ambientali. (Giornale di Sicilia - Edizione del 3 settembre 2009)