lunedì 18 agosto 2008

Camerino sceso dal tetto e portato in commissariato per l'identificazione. Avrebbe ottenuto un impegno scritto di assunzione per un anno.


PIAZZA ARMERINA. Alle 14.28 Giuseppe Camerino è sceso dal tetto del Palazzo del Senato, non prima di aver letto tra le tegole una non meglio precisata proposta di lavoro arrivata dall'amministrazione comunale (come potete vedere nella foto). Sotto la scala mobile ad attenderlo il suo avvocato. Dopo aver bevuto un sorso d'acqua l'ex sindacalista dei Cobas è entrato nell'auto della polizia ed è stato condotto al commissariato da un ispettore di polizia per l'identificazione e la contestazione di alcuni reati, così come avvenuto per l'altro disoccupato che si era sentito male in mattinata. Ma cosa c'è scritto in dettaglio in quel foglio letto poco prima della fine della protesta e portato a mano da un pompiere (il quale lo aveva ricevuto a sua volta da un ispettore di polizia poco prima di salire sulla scala mobile per raggiungere Camerino e aiutarlo a scendere) sul tetto al disoccupato? Il problema principale per tutte le istituzioni, adesso, è la consapevolezza di non dover far passare il messaggio in base al quale ad ogni protesta su un tetto deve corrispondere una proposta lavorativa. Che impegni sono stati presi? E verranno rispettati? A chiederselo sono gli stessi due disoccupati protagonisti della vicenda. Ma è anche il cittadino comune. Lo stesso legale dell'ex sindacalista dei Cobas si aspetta il mantenimento dell'impegno da parte di Sala delle Luci. Tra i reati contestati ai due disoccupati vi sarebbe anche il danneggiamento di beni pubblici, in pratica la rottura di una parte delle tegole del tetto. Si parla di qualche migliaia di euro. Un servizio con due pezzi domani 19 agosto sul Giornale di Sicilia. http://robertpalermo.blogspot.com/

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo