martedì 12 ottobre 2010

Piazza Armerina. Centonze replica a Venezia: "Mai violato le norme regolamentari, nella passata legislatura si abusava dell'attività ispettiva"


noto con piaciere che il consigliere venezia non perde occasione per polemizzare sul modo con cui vengono presiedute le sedute consiliari.Questo avviene spesso e volentieri in consiglio e ora anche a mezzo stampa manifesta la sua contrarietà sualcune procedure da me seguite.Specificatamente oggetto della discussione sarebbero i consigli comunali dedicati alle interrogazioni e all'attivitàispettiva.Il modo e la prassi che vengono seguite dal sottoscritto sono identiche a quelle seguite dai miei predecessori nei consiglie precedentie devono evidenziare che sono condivise da tutti gli altri capi gruppo consiliari che non hanno mai manifestato contrarietà.Non riesco proprio a comprendere quale sia il motivo di disappunto avendo nella scorsa leglislatura usato e spesso,a mio modesto avviso, abusato dell'istituto dell'attività ispettiva che io ritengo utile e indispensabile per permettere il dialogotra amministratori e consilieri, dialogo veramente carente e in alcuni casi inesistente che ha sempre portato all'esclusionenelle scelte sia dei consiglieri di minoranza ma anche di quelli di maggioranza. Ritengo altrettanto utile dare spazio alle interrogazioni che possano evidenziare alcune problematiche che in caso contrario potrebbero anche non essere trattate o conosciute dai consiglioìeri comunali.Non credo mai di aver violato norme regolamentari offrendo all'interrogante la possiblità di chiedere chiarimenti sulla risposta e permettendogli di evidenziare la sua soddisfazione per la risposta avuta; se poi qualcuno vuole intervenire sull'argomento quale norma si viola permettendo l'intervento?Sono solo convinto di rispettare sia le norme regolamentari e di aver condotto le sedute rispettando tutti i colleghi e le istituzioni presenti. Calogero Centonze, presidente del consiglio comunale

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo