Il sottoscritto Bascetta Luigi, dopo aver rassegnato le dimissioni dal Partito Comunista dei Lavoratori per delle incongruenze procedurali e per delle difformità di pensiero su certe modalità di condurre la lotta politica specie in rapporto al radicamento con le problematiche territoriali e con le istanze sociali, istituzionali, e sindacali provenienti dai ceti più disagiati e meno abbienti della società, alla luce di un lento ma costante e inesorabile processo di dissolvimento e di rarefazione di quelle energie e di quelle risorse che non si sono mai imposte e fatte valere quando si è trattato di trasformare le parole delle idee e dei progetti nella realtà fattuale del contesto storico e reale delle problematiche quotidiane che assillano sempre più grandi e vasti strati dei ceti sociali, e a fronte di una esigenza molto, molto più grande e meritoria:quella di portare la voce dei tanti, tantissimi nessuno nei momenti e negli ambiti istituzionali che determinano le svolte, non ipotetiche o virtuali, ma vere e fattuali; l’esigenza vivissima di potere essere voce critica e di sollecitazione nei confronti delle realtà istituzionali più svariate e dissimili per tentare di realizzare quello che non è mai riuscito pienamente: incidere sul contesto sociale e politico con delle scelte condivise che cambiano il volto della realtà e decidono, nella giusta direzione, le sorti dei popoli e delle genti sempre più divise e disperse, insicure e disilluse. Non è stato facile decidere, è stata una vera e propria “tempesta del dubbio”, non nel senso che io possa dubitare della sacrosanta giustezza degli ideali di socialismo degli intenti e di comunismo di ideali ambedue vertenti e diretti solo ed esclusivamente al bene degli individui al progresso del genere umano. No!...non ho mai dubitato di questo!..Cambia solo la prospettiva dalla quale guardare e affrontare i problemi, ma tutto rimane come sempre l’ho considerato: un campo di lotta pacifica e di dibattito critico sincero e trasparente….No, cari miei concittadini, non è cambiato nulla….anzi, si comincia veramente a portare un contributo positivo e costruttivo alla causa della democrazia e al rispetto dei diritti di questo Paese che sta affrontando una congiuntura politica, economica, sociale, culturale che contiene gli aspetti più controversi e più ambigui di un prodromo presessantottino e di tutte le conseguenti degenerazioni di violenza e di dissidi storici che tanto male hanno fatto alle sorti della classe operaia e lavoratrice…Democrazia vuol dire sviluppo e progresso nella pace, non certo conflitto e odio tra le classi sociali. Ebbene, dopo tanto argomentare con me stesso, ho deciso, come del resto ho fatto nella mia vita, di parteggiare e di scegliere lo schieramento al quale appartenere e nel quale portare il mio modesto e umile contributo di attivista, militante e di convinto democratico. E il partito democratico mi è sembrata la scelta più giusta in quanto tante affinità e tanti ideali di lotta e di società ideale ci accomunano, con tanti compagni sinceri e convinti che vi lavorano a cominciare dal segretario Alessandra Tigano della quale ho potuto apprezzare lo spirito costruttivo e la tenacia di una condotta tutta volta alla salvaguardia dell’unità di un partito che ha tutte le potenzialità per incidere ancora più grandemente e più incisivamente nel tessuto politico e sociale della società non solo locale ma all’interno di un contesto molto più vasto e più valevole qualitativamente. E mi ha onorato e gratificato la gioia e l’entusiasmo con i quali hanno accolto la decisione, tanto più vera quanto più sofferta, tantissimi giovani, conoscenti, amici, compagni, lavoratori, gente comune…sono queste le cose più belle che sto ereditando da un decennio di lotte condotte qui a Piazza Armerina e di un trentennio di militanza politica condotta a Milano, a Padova, a Firenze, a Pavia, a Palermo, a Caltanissetta…E il contesto politico nel quale mi troverò ad agire non è certo scevro da problematiche o immune dall’obbligo più che mai impellente e doveroso di porre una questione morale che ci deve contraddistinguere proprio per non snaturare gli ideali e le intramature costituzionali che traggono origine dalla gloriosa e indimenticabile epopea della Resistenza quanto mai attuale. Dobbiamo mutare il volto della politica, renderla semplice e trasparente, avvicinarla alla gente, ai tanti giovani che sempre più prendono le distanze da questo modo di non fare politica. Dobbiamo, insomma in una espressione sintetica, ribaltare il detto “Tutto per il popolo ma niente attraverso il popolo”. Dobbiamo stare uniti e fermi di fronte alle istigazioni e alle provocazioni esterne, curare le problematiche della gente, a partire dalle cose più semplici e quotidiane, quali i servizi essenziali, dobbiamo mutare rotta nella loro gestione…se non lo faremo, rischiamo di arrivare allo sfaldamento della convivenza civile, al distacco irreparabile tra politica e società, tra paese legale e paese reale, cadendo nell’errore imperdonabile di credere più agli indicatori economici piuttosto che a quelli sociali…..No cari compagni non dobbiamo cadere in questo errore madornale….noi non siamo il PDL ma il partito della gente comune, dei pensionati, delle casalinghe, delle colf, dei minatori, degli operai, dei fabbri, degli infermieri, dei forestali, delle maestre, dei precari, dei disoccupati, degli studenti, ecc….non dimentichiamolo se no saremo condannati a non sapere e a non potere governare..Possiamo e dobbiamo elaborare un progetto concreto ed efficace per questo martoriato paese. Ma il primo esempio lo dobbiamo dare noi. Io ci credo e per questo mi auguro buon lavoro nel PD. Per la gente con la gente. Noi possiamo e dobbiamo essere vincenti. E costruire una proposta politica vincente non è un’ impresa facile o di poco conto. Specialmente ai giorni nostri. Una proposta politica, ideale, progettuale diventa vincente quando i suoi elementi costitutivi, i suoi fattori essenziali e semantici entrano a far parte di un processo inarrivabile, quasi quantisticamente plankiano di intrisecazione simbiotica capace di determinare un prodotto capace di incontrare il consenso e il parere favorevole dell’elettorato sempre più distante e deluso. E per giungere a tale traguardo è necessario che la politica di riferimento che dobbiamo perseguire deve essere e deve rappresentare un’idea di semplicità, di chiarezza, di trasparenza e di coesione operativa. Perché è chiaro che tanto più un progetto appare complesso e farraginoso, tanto più si eleva la possibilità e il rischio che la proposta politica non venga accettata dalla gente alla quale è diretta perché la gente comune privilegia la chiarezza e la semplicità. Sempre !!!!...Proposte semplici e sollecitazioni chiare sul versante dei bisogni della gente, nulla omettendo in tema di impegno militante e attivo sul versante del movimentismo più puro e tipico della sinistra. Della vera Sinistra quale può e deve essere quella in cui profonderò le mie energie, le mie competenze e la mia esperienza.
Luigi Bascetta.