giovedì 21 maggio 2009

Strisce gialle per i disabili "occupate". "Primi dati non degni di un Paese civile".

Prime “multe morali” scattate nei confronti degli automobilisti indisciplinati che hanno parcheggiato le loro auto sulle strisce gialle riservate ai disabili. Portatori di handicap e volontari dell’Aias, l’associazione italiana assistenza spastici, hanno “contravvenzionato” i trasgressori con primi talloncini collocati tra il parabrezza e il tergicristallo delle auto in sosta vietata. I primissimi dati statistici non sarebbero confortanti. “I primi numeri ci danno un quadro non certo degno di un popolo che si può definire proprio civile e democratico”, spiega il presidente dell’Aias, Lorenzo Naso, il quale con i volontari della sua associazione ha lanciato la campagna di sensibilizzazione a tutela del posto auto riservato ai portatori di handicap. E anche la reazione dei “multati” non sembra incoraggiante. “Tanti automobilisti sono stupiti, altri insofferenti, alcuni anche intolleranti, ma tutti pronti a giustificare il comportamento scorretto”, riferisce Naso. Disabili e volontari avranno a disposizione un certo numero di talloncini con la dicitura “multa morale” e la frase “hai parcheggiato in un posto riservato ad una persona disabile”. Ad ogni sosta abusiva sulle strisce gialle scatterà la sanzione morale. E girando il talloncino verrà ricordato all’automobilista “multato” come “i parcheggi riservati alle persone disabili non sono un privilegio, sono una necessità”. “Forse non lo sapevi, ora lo sai, parcheggia da un’altra parte”, l’invito garbato, ma perentorio, rivolto a chi non rispetta le strisce gialle. I dati statistici verranno poi trasmessi agli uffici comunali e resi pubblici dall’associazione. “Noi vogliamo solo trasmettere un messaggio di civiltà”, spiegano dall’Aias.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo