Il Comune batte i pugni e chiede la sua parte di tesoretto della Villa Romana del Casale, con una revisione dei patti con il Parco Archeologico. Patti considerati attualmente fortemente sbilanciati verso gli uffici del sito Unesco. Il 30 per cento degli incassi della biglietteria per legge spetta alle casse comunali, ma la fetta di torta per la città dei mosaici si rimpicciolisce ulteriormente al momento della spesa. L’amministrazione comunale ha rivendicato una maggiore voce in capitolo. “Considerata l’imminente scadenza della convenzione della Villa Romana, occorre rivedere la programmazione del 30 per cento dell’incasso dei biglietti, attualmente il Parco Archeologico gestisce il 75 per cento di questo tesoretto, una situazione da modificare subito con una forte azione politica”, spiega il neoassessore al Turismo e ai Beni culturali Giancarlo Giordani. “Oltretutto sul restante 25 per cento di quel tesoretto di cui possiamo disporre dobbiamo anche di volta in volta attendere il benestare da parte dei funzionari regionali, insomma le cose devono cambiare”, aggiunge Giordani. Nel 2015, complice la novità normativa che impone già da qualche mese il pagamento del ticket anche agli over 65, un tempo esentati dal biglietto, la fetta del 30 per cento degli incassi del sito archeologico potrebbe toccare quota 700 mila euro. Soldi spettanti al Comune sulla carta, perché il potere di spesa è in realtà un’altra cosa. Il sindaco Filippo Miroddi e lo stesso assessore Giordani sostengono che ben il 75 per cento di questa somma, quindi nel 2015 si tratterebbe di quasi 500 mila euro, verrebbe gestita di fatto dal Parco Archeologico per le necessità del sito Unesco. Le casse comunali si limiterebbero a fare da tesoriere. La restante quota del 25 per cento, poi, sarebbe gestita dal Comune, ma sempre dietro una non sempre scontata autorizzazione della Regione Siciliana. “Troppi vincoli al nostro potere di spesa, occorre bilanciare questa situazione, per questo crediamo che la convenzione in scadenza vada rivista”, dice il sindaco. Dal Comune non lo dicono apertamente, ma ci si è stancati di dover andare con il cappello in mano dai funzionari regionali per avere il permesso di spendere i soldi della Villa Romana. In tempo di crisi si chiede più flessibilità e più denaro da indirizzare verso la crescita turistica. Le casse regionali dalla Villa Romana succhiano ogni anni anno il 70 per cento dei proventi. Somme che non vengono investite sulla Villa, ma finirebbero nei meandri di altri capitoli di spesa regionali. L’amministrazione comunale in pratica chiede la gestione di fatto di una maggiore fetta del tesoretto, in modo da investire in promozione e servizi e avere un maggiore ritorno in termini turistici e occupazionali, con un incremento dei flussi di visita al centro storico della città dei mosaici.
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