martedì 4 marzo 2014

Piazza Armerina. La palificazione in via Itria ora potrebbe saltare

La palificazione sotterranea in calcestruzzo per mettere in sicurezza la via Itria dal rischio di dissesto idrogeologico potrebbe saltare. Le vibrazioni provocate dagli scavi per decine di metri nel sottosuolo potrebbero provocare un cedimento statico di un immobile che attualmente è oggetto di un processo civile che vede l’uno contro l’altro un privato e il Comune. Pare che indiscrezioni diano come possibile una perizia processuale nella quale potrebbero emergere nuovi dati di carattere statico sulle condizioni di debolezza dell’edificio. Nuovi dati di carattere tecnico che non potrebbero non essere presi in considerazione dal cantiere in corso per la riqualificazione della zona dell’Itria. Alcune abitazioni con cinque famiglie, proprio lungo la strada, erano state sgomberate da oltre un anno per ragioni di sicurezza. Il versante sul quale si trovano gli edifici da tempo è sottoposto ad un forte rischio di dissesto idrogeologico. Il progetto già appaltato ed in corso di realizzazione prevedeva l’installazione nel sottosuolo di consistenti pali in cemento per imbrigliare e stabilizzare la zona. Ma adesso tutto potrebbe saltare. Si trattava in pratica... di veri e propri cilindri in cemento da 60 centimetri di diametro ciascuno che dovevano essere conficcati nel sottosuolo per una ventina di metri di profondità. Criteri di prudenza, adesso, consiglierebbero di non procedere più a queste iniezioni di calcestruzzo sottoterra a causa delle vibrazioni in fase di scavo e della debolezza statica di un edificio. Pausa di riflessione per i responsabili del cantiere coordinato dalla Protezione civile piazzese, nell’attesa che le perizie processuali diano indicazioni chiare. Ma sembra possibile la necessità di una variante in corso d’opera del progetto di riqualificazione urbana della zona.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo