giovedì 16 gennaio 2014

Piazza. Il consigliere Betto a Speranza: "Solo insinuazioni, ho la schiena dritta"


Il consigliere Rosa Betto
Lettera aperta

All’egregio sig. Gianluca Speranza, già segretario dell’ex PDL.
Il rispetto che ho  per me stessa e per coloro che mi considerano persona leale, libera da preconcetti e da gioghi, e per nulla portata all’intrigo, di qualunque natura esso sia, mi impone di superare il fastidio che mi provoca  il dover replicare alle sue vuote, inopportune e tendenziose considerazioni. Desidero innanzitutto rammentarLe che, come è noto, io non ho mai avuto nulla a che  spartire con il PDL  né tantomeno con Lei, se non per il fatto che ho sostenuto, con estrema lealtà, la candidatura a sindaco del dott. Prestifilippo, senza aspirazioni di alcun  tipo, ma ravvisando nella sua persona, a torto o a ragione, le capacità necessarie per guidare il Paese. Peraltro vale la pena di ricordarLe, (verosimilmente per la sua giovane età , lo ignora, ma altri dovrebbero rammentarlo!) che in precedenti elezioni amministrative, nell’unico intento di sostenere la candidatura del dott. Prestifilippo, feci parte della “Lista Sgarbi, , chiedendo espressamente che accanto al mio nominativo venisse aggiunta la dicitura ”Indipendente di Sinistra” , come risultava allora sia dalle liste ufficiali e sia dal facsimile distribuito ai miei elettori . Nessun raggiro, quindi, per gli elettori e nessun intento di camuffare la mia ideologia politica.
Lo stesso dicasi per le ultime elezioni  amministrative. Ho sostenuto per la seconda volta il dott. Prestifilippo , aderendo al MIR, del quale , comunque, condividevo molti degli obiettivi e, in particolare, quell’impegno sociale che è capace di trascendere ogni ideologia politica se l’obiettivo da raggiungere è il benessere della comunità tutta. La mia decisione di staccarmi dal MIR, come ho detto in consiglio comunale, è stata motivata, poi , dalla presa di coscienza che il Movimento non poteva più garantirmi, data la recente posizione assunta dal suo leader, avv. Samorì, (ndr. novembre 2013), il pieno rispetto  di quanto contemplato dal programma. Lei, caro sig. Speranza,   era presente in Consiglio, ma  evidentemente  era distratto, aggrappato ad un cellulare che gridava al tradimento. E voglio aggiungere ancora qualcos’altro. Quel cellulare ha gridato al tradimento anche quando , dopo pochi giorni dall’insediamento dei Consiglieri, quasi tutti , (tranne due-tre) ci siamo recati in Piazza Duomo, assieme al Sindaco, per scoprire una lapide commemorativa. Ricordo che , nel  bel mezzo della funzione, ricevetti una sua telefonata con cui esprimeva disappunto per la mia presenza  in tale contesto. Mi dica, sig. Speranza, si stava facendo qualcosa di nocivo per il Paese o si stava contravvenendo a degli ordini imposti dall’alto? Quel cellulare ha gridato ancora al tradimento allorché,  qualche mese fa, è trapelata notizia che qualcuno del gruppo di maggioranza avrebbe voluto propormi per la Vice Presidenza del Consiglio. Fermo restando che non avrei accettato, perché nel corso della mia vita non ho mai inseguito cariche di alcun tipo (preferisco agire più che apparire) non capisco come mai questa attestazione di stima nei confronti di chi, come me, era all’opposizione e tra l’altro rappresentativa di una coalizione vicina alla sua, abbia suscitato tanta disapprovazione ( uso il termine ”disapprovazione “per non scendere nei particolari, che sarebbero molto più eloquenti).
Forse questo fatto sconvolgeva qualche disegno destinato a rimanere tra “le secrete cose”? Non è dato sapere! Si è gridato ancora una volta al tradimento, allorché ho votato favorevolmente per l’approvazione del bilancio. Ma Lei, sig. Speranza, che dovrebbe masticare di politica più di quanto sia in grado di fare io, si rende conto di ciò che avrebbe comportato per il Paese e per i Cittadini una falla del genere? E nell’immediato, non certo a lungo o a breve termine! Lo sa benissimo! La triste realtà è che qualche volta, e purtroppo,  in nome del benessere del Paese, si cerca di dar corpo a mire e disegni che con il benessere del Paese non hanno nulla a che vedere E Lei , caro Signore, si dice stupito perché la sottoscritta si è voluta dichiarare indipendente? Io mi stupisco, invece , di  me stessa , per non avere preso molto prima questa decisione, data la mia.. radicata inclinazione a non essere asservita a nessuno, se non alla mia coscienza che, Le posso garantire, è sempre vigile e tale da consentirmi  di tenere la schiena dritta e la testa alta in qualsiasi contesto. Lei si è presa la licenza, e assieme a Lei qualcun altro della stessa dirittura morale, di insinuare (cosa di una gravità estrema) che il mio distacco dal MIR sia stato motivato da un “do ut des” e, per entrare nello specifico, da un incarico di sottogoverno conferito alla persona che durante le elezioni era a me abbinata.
Mi spiace deluderLa! Quella persona , a meno che Lei o chi per Lei non provi il contrario, non è mio figlio né mio fratello né mio marito né tantomeno mio lontano parente e , comunque , desidero confessare, che semmai avessi voluto chiedere qualcosa di personale all’Amministrazione , avrei chiesto sicuramente altro. La coscienza di cui parlavo prima ( spero che Lei e quelli come Lei comprendano appieno l’intrinseco significato del termine) , il riguardo che ho per me stessa,  per i miei concittadini e, non ultimo , per l’Amministrazione, me lo vietano. Forse altri, avvezzi ad intrallazzi e a spudorate aspirazioni avrebbero approfittato (sempre in nome del benessere del Paese) di una posizione come la mia per chiedere ed ottenere.  Non io. E allora, caro sig. Speranza, Le consiglio di mettere da parte le sue critiche che lasciano il tempo che trovano, e di concentrarsi, se può, nell’attuazione di altre strategie ma che siano  veramente costruttive per la Comunità e non scaturite dal tentativo di alimentare le aspettative di chi non sa accettare sconfitte. Sia più sereno e più riflessivo, sig. Speranza, lasci che si lavori in pace : i Cittadini gliene saranno grati!
Cordialmente
Rosa Betto

Nessun commento:

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo