martedì 11 maggio 2010
Piazza Armerina. Ex Siace. Vicenda giudiziaria ancora non chiarita del tutto.
Rimane avvolta dal mistero la situazione giudiziaria dell’area ex Siace, l’ex cartiera di contrada Bellia. I 46 ettari dell’area ex Siace, dove si svolgono la fiera mensile zootecnica e le due fiere dell’abbigliamento annuali, rimangono nel porto delle nebbie. Il consigliere Basilio Fioriglio, in una nota al sindaco Carmelo Nigrelli e al presidente del consiglio comunale Calogero Centonze, ha chiesto di conoscere lo stato giudiziario della vicenda che da anni vede contrapposto il Comune alla Siace Spa. L’area negli anni sessanta era stata ceduta gratuitamente dal Comune alla Siace a fronte dell’impegno della società per azioni, poi mai avveratosi, dell'assunzione nella cartiera di almeno 600 unità in tre anni. E non essendosi la condizione avverata il contratto di cessione potrebbe essere annullato in sede civile. Per mesi non è arrivata alcuna risposta all’interrogazione. “Consigliere purtroppo ci sono stati dei contrattempi, ma sarà mia premura informarmi della vicenda e farle avere al più presto una risposta scritta sulla vicenda, come da lei richiesto”, ha spiegato in aula l’assessore Lina Grillo per l’amministrazione comunale. Le strade per tornare in possesso dell’area sono due: quella della battaglia giudiziaria, con la restituzione per sentenza della proprietà dell’area, o quella di un esproprio o di una transazione con la società. Ma in questo secondo caso con la beffa di dover pagare i terreni già ceduti gratuitamente negli anni sessanta. Di recente la Cassazione aveva espresso un principio favorevole al Comune in materia di onere della prova. Ed era anche stato assegnato un incarico ad un legale. Ma si registra da allora una lunga fase di stallo. E non si riesce a capire quale sia la fase giudiziaria attuale. “Voglio soprattutto sapere se si sta percorrendo la strada di un rinnovo del giudizio civile che potrebbe consentire di ritornare in possesso della strategica zona di contrada Bellia, poiché il giudizio sarebbe vincolato al recente principio di diritto dettato con sentenza della suprema corte di Cassazione”, spiega Fioriglio, stizzito per il grave ritardo e l’incertezza con cui si sta affrontando la vicenda. (Giornale di Sicilia - Edizione del 10 maggio)