Tessere saltate, pavimento pieno di rigonfiamenti e accesso dalle passerelle laterali vietato ai visitatori, con la fruizione delle scene musive che rimane in parte monca. Il Triclinium, la “stanza da pranzo” padronale, rimane suo malgrado la pecora nera della Villa Romana del Casale. I mosaici, dopo il restauro e la nuova copertura in legno e rame costati 18 milioni di euro, godono di un buono stato di salute. Ma c’è un settore della dimora romana del III-IV secolo dopo Cristo che ormai è diventato un pavimento musivo di serie B e attira su di se le perplessità di quanti, guide turistiche, associazioni culturali e turisti, si ritrovano con questo pezzo di sito Unesco rimasto tagliato fuori dai giochi. E non è un caso che si tratti dell’unica area dell’area archeologica nella quale fa bella mostra di sé ancora la vecchia e sorpassata copertura in plexiglass, un tempo fonte dei principali guai dei mosaici. Qui la copertura non è mai stata sostituita. Al ferro e alla plastica si sono sostituiti in quasi tutti gli ambienti legno e rame, il microclima è diventato ideale sia per i turisti che per le tessere. Tranne nel Triclinium dove le “Fatiche di Ercole”, rappresentate con un ciclo di mosaici molto suggestivo, si stanno rovinando ogni giorno sempre di più. Tessere già saltate a decine e decine, rigonfiamenti del pavimento destinati a scoppiare e collassare. In estate la situazione è peggiorata, anche perchè il principale nemico storico dei mosaici, l’effetto serra, ormai un ricordo lontano nel resto della Villa Romana, qui è ancora una delle “fatiche” principali che Ercole deve sopportare nei mesi estivi. Gli accessi alle due scale laterali che portano alle passerelle sono chiusi e quindi la visione dall’alto di una delle scene musive più belle della Villa Romana non è possibile. I turisti sono costretti a fermarsi al livello del pavimento, ma non è la stessa cosa. Serve un intervento di restauro immediato. Un fatto che rilancia il tema della mancanza di restauratori nella pianta organica del sito Unesco in grado di intervenire con tempestività e costanza durante tutto l’anno. L’allarme sulla situazione della “sala da pranzo” era stato già lanciato alle istituzioni regionali e locali da Francesco Galati, ex componente del comitato tecnico scientifico dell’associazione nazionale Comuni Italiani Siti Unesco, movimento che a livello nazionale si batte per migliorare gli standard qualitativi dei siti italiani patrimonio mondiale. Galati aveva anche scritto al presidente del consiglio comunale Gianfilippo la Mattina, lanciando un grido d’allarme proprio sulle condizioni del Triclinium.
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