mercoledì 7 aprile 2010

Piazza Armerina. Villa Romana. 175 mila visitatori in meno in due anni.

Torna ad essere aperta tutto il giorno la Villa Romana del Casale per i due mesi di aprile e maggio, utilizzati soprattutto dal turismo scolastico. Dopo l’apertura dei mesi scorsi, limitata solo al fine settimana, i cancelli del sito archeologico resteranno aperti ogni giorno dalle 9 alle 18, con il costo del biglietto limitato a 3 euro. Il comparto commerciale legato al merchandising dei pavimenti musivi punta su questo periodo per tentare di sollevare il fatturato. I numeri dei flussi turistici sono in forte ribasso. In tutto 175 mila visitatori in meno negli ultimi due anni alla Villa Romana del Casale, con un parziale crollo anche della fetta di turismo legata al mondo della scuola. Pesante il decremento degli ingressi al sito archeologico soprattutto tra il 2007 e il 2009. Il calo a picco delle visite è legato al cantiere in corso all’interno dell’area archeologica: mesi di chiusura, riaperture, poi nuove chiusure, soprattutto una visita parziale dei pavimenti musivi ed un clima di incertezza sui tempi di completamento del cantiere. I numeri da soli sono sufficienti a certificare il calo. Nel 2007 a varcare l’ingresso del sito Unesco erano stati 415 mila turisti. Nel 2008 si è passati a 315 mila presenze, con i cancelli che sono rimasti chiusi nei mesi di novembre e dicembre. E nel 2009 il calo è continuato, complice anche la chiusura dei primi due mesi, gennaio e febbraio, e la chiusura per quattro giorni a settimana a partire dal 16 novembre scorso. Secondo i dati forniti dal museo regionale archeologico Villa Imperiale del Casale, infatti, tra marzo e settembre dell’anno scorso sono stati 240 mila i turisti entrati alla Villa Romana. Il dato potrebbe abbassarsi ancora nel 2010, a causa delle chiusure settimanali dei mesi scorsi e di quelle che verranno nei prossimi mesi per consentire il completamento dei lavori di sostituzione delle vecchie coperture in plexiglass con le nuove in legno e rame. Le rilevazioni statistiche della Villa Romana vedono di solito aprile e maggio, con il consueto boom delle gite scolastiche, come i mesi con i picchi di presenze più alti durante l’anno. Questi due mesi, ad esempio, nel 2007 facevano registrare 75.543 e 75.733 ingressi. Il mese di maggio del 2009 ha fatto registrare solo 57.200 visite, mentre a crollare è il dato di aprile, con soli 34.858 turisti, 40 mila studenti in meno rispetto a due anni prima. (Giornale di Sicilia - Edizione del 4 aprile 2010)
Trenino a Bari
A due anni dal suo arrivo in città il trenino “lillipuziano” utilizzato per le visite turistiche del centro storico sembra destinato a lasciare la città dei mosaici. Destinazione la Puglia. Ettore Messina, imprenditore della Sts, titolare del servizio turistico, lo ha affidato in affitto per un anno a Bari. A motivare la sua scelta la crisi economica in generale e del settore turistico armerino in particolare. “Flussi turistici in netto calo alla Villa Romana del Casale, così come le prenotazioni che riceviamo e il numero dei visitatori in città, scelta obbligata per ammortizzare i costi”, spiega lo stesso Messina. Colorato, su gomma e destinato a consentire un tour del centro storico per i turisti in arrivo in città, il trenino era arrivato sulle strade armerine nell’estate del 2008. Per la prima volta anche la città dei mosaici, come già accadeva in altri centri a vocazione turistica dell’isola, veniva attraversata da “carrozze e locomotiva lillipuziane”. Un trenino con 60 posti dal costo di circa 160 mila euro. Adesso la crisi azzera, almeno per ora, questo servizio turistico. Se i turisti torneranno tornerà anche il trenino. “Almeno per il periodo annuale del contratto di affitto che ho stipulato il trenino non sarà più in città, poi, se la situazione migliorerà, fra dodici mesi lo riporterò per le vie del centro storico”, fa sapere l’imprenditore piazzese.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo