mercoledì 14 aprile 2010

Piazza Armerina. Palio. Nuovo regolamento votato dalle commissioni. Punti non "condivisi" dall'ufficio Promozione turistica. I dubbi di Cimino.

Approvata dalla prima e quinta commissione consiliare la proposta di regolamento del Palio dei Normanni e Giostra del Saraceno. Ma il nuovo testo in almeno tre punti non piace al settore comunale Feste e Tradizioni, competente ad esprimere il parere tecnico. Il dirigente del settore Promozione turistica, feste e tradizioni, Francesco Galati, inoltre, mai invitato alle sedute delle commissioni consiliari, destinatario del nuovo testo per esprimere il parere di legittimità e al quale compete la predisposizione della proposta di delibera da inviare al consiglio comunale per il voto definitivo, avrebbe già preso carta e penna esprimendo le proprie forti perplessità su almeno due aspetti del nuovo testo. Una delle nuove norme prevede che la giuria della Giostra del Saraceno, in tutto tre componenti, venga nominata dalla Fise, la federazione italiana sport equestre. Quindi non più esperti locali. Il dirigente Galati, nella nota inviata ai presidenti delle due commissioni consiliari, Eduardo Lotario e Riccardo Calamaio, al presidente dell’aula, Calogero Centonze, al sindaco Carmelo Nigrelli e all’assessore Lillo Cimino, avrebbe giudicato non condivisibile la norma. E questo perché in un regime di economicità, cui dovrebbe tendere il Comune, appare illogico prevedere rappresentanti nominati dalla Fise, i quali sarebbero a totale carico delle casse comunali per almeno 15 giorni, dovendo l’ente sobbarcarsi spese di vitto, alloggio e viaggio. Chiesta dagli uffici anche la previsione di un’alternativa per l’ipotesi di non accettazione dell’incarico da parte dei designati Fise. A non convincere il settore Feste e tradizioni, inoltre, la previsione per i cavalieri della Giostra del Saraceno della necessità di munirsi di un certificato medico sportivo ad uso agonistico, essendo la Giostra attività amatoriale. Il dirigente pare abbia chiesto la revisione dei due articoli. In caso contrario potrebbe scattare un parere parzialmente negativo. Nelle prossime settimane il regolamento approderà in aula per il voto finale.
I dubbi dell'assessore Cimino
“Il consiglio comunale, anche in questa occasione, così come per il regolamento sui Servizi sociali, non ha competenze a proporre regolamenti, è la giunta che può farlo”. A dichiararlo l’assessore alle Feste e tradizioni, Lillo Cimino, commentando il nuovo testo sul Palio dei Normanni approvato dalle due commissioni consiliari e in procinto di passare all’esame dell’aula per l’approvazione definitiva. Si riapre il rischio di un conflitto istituzionale tra giunta e consiglio sulla competenza a proporre regolamenti. Il consiglio può approvarli, ma non proporli? Qualche settimana fa i consiglieri all’unanimità avevano rivendicato la propria competenza a proporli.

E intanto si riparla di Museo del Palio. La futura sede in via Monsignor Sturzo
Un nuovo progetto per il museo del Palio dei Normanni. L’ufficio Tecnico comunale metterà nero su bianco un progetto preliminare per i lavori di ristrutturazione e allestimento dei locali di via Monsignor Sturzo, da destinare a sede della struttura museale. Il settore Lavori pubblici sta già predisponendo gli atti propedeutici alla fase della progettazione, così come concordato con l’amministrazione comunale. L’idea di poter rendere fruibile tutto l’anno ai visitatori pezzi della tradizione del Palio era stata lanciata concretamente per la prima volta dalla precedente amministrazione guidata dal sindaco Maurizio Prestifilippo, con la realizzazione di una piccola Mostra permanente del Palio dei Normanni all’interno di un locale comunale in via Cavour. Una sistemazione temporanea, poi messa da parte in seguito alla realizzazione delle nuove sale espositive del palazzo Monteprestami. Nel futuro museo, oltre ad una sezione fotografica e didattico-storica, non potranno mancare altri settori dedicati all’esposizione dei materiali usati per la manifestazione, dai vestiti alle armi.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo