Grave tegola sui conti
comunali, i debiti fuori bilancio reali del Comune armerino sarebbero tre volte
tanto quelli dichiarati qualche mese fa ai giudici della Corte dei Conti.
Ammonterebbero a ben 1 milione e 140 mila euro, e non a 400 mila euro, i debiti
fuori bilancio comunali, così come risultanti da un recente complessivo
inventario avviato dal settore Economico-finanziario. Un fardello molto pesante
e ingombrante per le casse comunali che rende più concreto il rischio di dissesto
delle finanze piazzesi. Ma è soprattutto il credito di credibilità del Comune
verso i giudici della Corte dei Conti che va a farsi benedire. Proprio sui
debiti fuori bilancio la magistratura contabile, in fase di controllo, aveva
tirato le orecchie alla città dei mosaici. Per tranquillizzare i giudici il
ragioniere capo Alfonso Catalano e il sindaco Filippo Miroddi, nel corso di
un’audizione a Palermo, e in una memoria depositata alla sezione di Controllo,
avevano parlato di soli 400 mila euro di debiti fuori bilancio. Un dato
riportato ai giudici in totale buona fede. Solo che adesso, alla luce di quanto
dichiarato ieri mattina alla commissione Bilancio dal ragioniere capo Catalano,
quel dato non rappresenterebbe più la realtà. “Da un attento inventario fatto
nelle ultime settimane ci siamo accorti che quei debiti ammontano a 1 milione e
140 mila euro, così rischiamo di passare per imbroglioni con i giudici della
Corte”, dice Catalano, il quale presto, anche alla luce di un eventuale ritiro
o bocciatura dei due tributi, potrebbe scrivere nuovamente alla Corte dei Conti
e segnalare la situazione difficile, comunicando anche la consistenza reale e
aggiornata di quelle somme fuori bilancio. Roberto Palermo (Giornale di Sicilia - edizione del 13 novembre 2013)
Dai rovi al museo

Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.
Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.
"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.
Corrado Augias e Vito Mancuso

Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello
"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo