La testa marmorea di Dama di età Flavia, scoperta dall'archeologo Gentili alla Villa Romana negli anni Cinquanta, da qualche anno esposta al museo Varisano di Enna. Ora se ne chiede la restituzione |
Era stata trafugata dai magazzini di Palazzo Trigona in circostanze misteriose, poi ritrovata dai carabinieri e fino a oggi esposta al museo Varisano di Enna. Adesso le istituzioni locali piazzesi ne chiedono la restituzione. La statua ritratto di Dama di età Flavia, una scultura in marmo bianco del I secolo dopo Cristo, scoperta alla Villa Romana negli anni cinquanta dall’archeologo Vinicio Gentili, potrebbe presto tornare a casa. Il consigliere Laura Saffila in un’interrogazione al sindaco Filippo Miroddi, inviata per conoscenza alla direzione del Parco Archeologico della Villa Romana del Casale, ha chiesto il rientro dell’importante reperto archeologico, ritrovato nel 2007 dai militari nella seconda casa di un presunto ricettatore. “La testa marmorea è un bene archeologico che deve essere visitato e fruito soprattutto nel luogo di appartenenza, dai visitatori della nostra città, il direttore del Parco Archeologico Rosa Oliva ha programmato per ottobre l’apertura della Mostra Permanente dei Marmi colorati e ritrovati alla Villa a Palazzo Trigona, la testa marmorea arricchirebbe e darebbe più lustro alla nostra città”, dice il consigliere Saffila. A farle eco il presidente dell’associazione turistico-culturale Mira 1163, Francesco Galati, al quale è stata pure indirizzata l’interrogazione: “I nostri reperti devono fare rientro a casa ed essere esposti nel loro contesto storico e culturale, le istituzioni facciano il loro dovere, la testa ci appartiene”. Se c’è la volontà basterebbero pochi giorni per far rientrare il reperto. Era scomparsa dai magazzini del Trigona in circostanze mai chiarite, tra l’imbarazzo delle istituzioni e le indagini...
difficili delle forze dell’ordine, senza che si conoscesse se e quando fosse stata trafugata. Un reperto che, secondo stime effettuate dagli esperti e confermate dagli investigatori, avrebbe avuto sul mercato delle opere d’arte un valore sui 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire. Con la testa muliebre era sparita anche un’altra testa di marmo bianco, un Ritratto Virile in marmo della stessa epoca. La scomparsa delle due opere d’arte risalirebbe all’estate del 2006, quando una laureanda chiese alla soprintendenza di Enna di visionare le due opere. La studentessa aveva letto un articolo della professoressa Carla Bonacasa del 1977, nel quale si tracciava una scheda, facendo riferimento ad una personale visione delle due teste in un deposito della città, allora in via Mazzini. La studentessa aveva chiesto di vedere le due opere e la Soprintendenza aveva fatto la scoperta, segnalando l’ammanco ai carabinieri. (Dal Giornale di Sicilia)
difficili delle forze dell’ordine, senza che si conoscesse se e quando fosse stata trafugata. Un reperto che, secondo stime effettuate dagli esperti e confermate dagli investigatori, avrebbe avuto sul mercato delle opere d’arte un valore sui 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire. Con la testa muliebre era sparita anche un’altra testa di marmo bianco, un Ritratto Virile in marmo della stessa epoca. La scomparsa delle due opere d’arte risalirebbe all’estate del 2006, quando una laureanda chiese alla soprintendenza di Enna di visionare le due opere. La studentessa aveva letto un articolo della professoressa Carla Bonacasa del 1977, nel quale si tracciava una scheda, facendo riferimento ad una personale visione delle due teste in un deposito della città, allora in via Mazzini. La studentessa aveva chiesto di vedere le due opere e la Soprintendenza aveva fatto la scoperta, segnalando l’ammanco ai carabinieri. (Dal Giornale di Sicilia)