La casa di riposo San Giuseppe rischia la chiusura |
“Sindacati e lavoratori revochino i pignoramenti o sarà chiusura”. Il commissario della casa di riposo San Giuseppe, Giovanni Di Noto, lo chiede ai dipendenti per dare il tempo all’istituto per anziani di percorrere la strada dell’accoglienza ai migranti, l’unica in questo momento che potrebbe portare ad un piano di rientro dal debito. Ammontano a 700 mila euro i pignoramenti dei conti della casa di riposo, mentre altri 700 mila euro sono i decreti ingiuntivi. Tutti debiti relativi agli stipendi arretrati dovuti al personale. Il commissario Di Noto qualche giorno fa ha dato la disponibilità alla Prefettura, dopo un incontro a Enna, ad accogliere nella struttura di Piano Sant’Ippolito fino a 50 migranti per l’emergenza sbarchi, da sistemare in un’ala separata e autonoma dell’istituto. I rimborsi statali potrebbero costituire una boccata d’ossigeno ed un’entrata sicura su cui puntare per un piano di rientro dal debito. “Possiamo tentare la strada dell’accoglienza dei migranti, ma...
dobbiamo avere i soldi per comprare da mangiare agli anziani e per far partire la prima fase dell’accoglienza dei migranti, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, sono consapevole delle necessità dei dipendenti, ma questa è la situazione”, sottolinea Di Noto. Il commissario regionale martedì spiegherà la situazione ai sindacati e lavoratori nel corso di un incontro. Il problema è che l’accoglienza dei richiedenti asilo, in ogni caso, è subordinata alla partecipazione ad un bando della Prefettura e all’assegnazione dei migranti. Potrebbero volerci altri mesi e la pazienza dei dipendenti senza stipendio è ormai al limite. La revoca dei pignoramenti potrebbe non trovare tutti concordi.
dobbiamo avere i soldi per comprare da mangiare agli anziani e per far partire la prima fase dell’accoglienza dei migranti, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, sono consapevole delle necessità dei dipendenti, ma questa è la situazione”, sottolinea Di Noto. Il commissario regionale martedì spiegherà la situazione ai sindacati e lavoratori nel corso di un incontro. Il problema è che l’accoglienza dei richiedenti asilo, in ogni caso, è subordinata alla partecipazione ad un bando della Prefettura e all’assegnazione dei migranti. Potrebbero volerci altri mesi e la pazienza dei dipendenti senza stipendio è ormai al limite. La revoca dei pignoramenti potrebbe non trovare tutti concordi.
"L'Ipab rischia la morte, un altro baluardo dello stato sociale ci sta abbandonando nella totale indifferenza delle istituzioni, e delle forze politiche, sociali, culturali", sottolineano alcuni lavoratori di un comitato di lotta interno.
"Aiutateci a porre il problema coinvolgendo i cittadini e tutte le forze sociali , culturali e politiche della nostra città. Invitiamo tutti ad aderire al comitato di lotta", aggiunge.