Era stata depositata oltre un mese fa agli uffici comunali, ma ancora non è stata discussa in consiglio comunale, in violazione dello statuto comunale. Il 4 giugno scorso il Movimento Cinque Stelle aveva presentato due istanze popolari, corredate da 350 firme, una relativa alle questioni Acquaenna, l’altra sui Liberi Consorzi. “A norma dell’articolo 52 dello statuto comunale, l’amministrazione deve dare risposta entro 30 giorni dalla data di presentazione, ciò non è avvenuto, ma confidiamo nel prossimo consiglio comunale, che si svolgerà con ogni probabilità tra il 22 ed il 26 luglio, dove saremo nuovamente presenti, insieme ai cittadini, per fare valere il nostro diritto all’avvio del referendum che consentirà ai cittadini di esprimersi e decidere del loro futuro”, spiega l’assemblea degli attivisti del M5S. I grillini spingono per il divorzio storico della città dall’ormai ex capoluogo di provincia Enna, mettendo nelle mani dei cittadini, attraverso un referendum popolare, il destino della città dei mosaici nell’ambito della nuova carta geo-politica siciliana che uscirà dal sistema dei liberi consorzi. “Di fatto nella città di Piazza esiste già da tempo un comitato pro referendum, di cui il movimento è il naturale promotore, insieme ad un migliaio di cittadini ed a pochi altri rappresentanti delle forze politiche locali che hanno partecipato attivamente, anche in sede di consiglio comunale, le firme raccolte fino ad oggi, con quelle già depositate, hanno raggiunto quota mille”, ricordano i grillini. Perché si vada al referendum, però, serve il voto favorevole dei 2/3 del consiglio comunale, con il via libera all’adesione al consorzio dei comuni di Catania.
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