La delibera del novembre 2013 che sarebbe finita nel mirino della Procura di Enna |
La Procura di Enna avrebbe aperto un fascicolo sulla revoca della costituzione di parte civile del Comune di Piazza Armerina a un processo per usura in corso a Enna. L'inchiesta, coordinata dal procuratore Calogero Ferrotti, è stata delegata alla Questura di Enna. La polizia avrebbe già interrogato alcuni testimoni. La storia è quella di un presunto caso di usura che ha visto come presunta vittima (i fatti devono ancora essere accertati al processo) un imprenditore della città dei mosaici. L'inchiesta fu condotta dalla Guardia di Finanza, dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di Piazza Armerina. A questo procedimento si era costituito parte civile anche il Comune di Piazza Armerina, salvo poi decidere di revocare la costituzione, alcuni mesi fa. E su quell'atto di revoca adesso si è puntata la lente d'ingrandimento degli investigatori. Non ci sarebbero per ora indagati. “È intendimento di questa amministrazione comunale non reiterare la costituzione di parte civile del Comune sul procedimento e soprattutto di perseguire fortemente l’obiettivo di riduzione delle spese generali dell’ente”. Con questa motivazione la giunta comunale piazzese, il 5 novembre del 2013, approvava la delibera di rinuncia della costituzione di parte civile nel procedimento penale, ottenendo in questo modo un risparmio di spesa di mille euro. Era stata l’amministrazione precedente, quella guidata dal sindaco Carmelo Nigrelli, a costituirsi nel procedimento...
che vedeva vittime alcuni imprenditori locali, su segnalazione dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano” di Gela, dando incarico all’avvocato Giuseppe Panebianco con provvedimento del 21 novembre 2012. Poi il legale, un anno dopo, il 28 ottobre 2013, aveva dichiarato di voler rinunciare all’incarico difensivo, comunicandolo al Comune e al Tribunale di Enna. Da qui la successiva decisione della giunta Miroddi di “non reiterare” la costituzione di parte civile per risparmiare sulle spese.
che vedeva vittime alcuni imprenditori locali, su segnalazione dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano” di Gela, dando incarico all’avvocato Giuseppe Panebianco con provvedimento del 21 novembre 2012. Poi il legale, un anno dopo, il 28 ottobre 2013, aveva dichiarato di voler rinunciare all’incarico difensivo, comunicandolo al Comune e al Tribunale di Enna. Da qui la successiva decisione della giunta Miroddi di “non reiterare” la costituzione di parte civile per risparmiare sulle spese.