Il caso di Gela e del suo referendum inerente il distacco dalla realtà nissena, da anni decantato come la svolta per il paese, è finito con la vittoria dell’astensionismo. Quorum o non quorum, ha vinto l’astensionismo. Oggi Piazza Armerina, che in comune con Gela ha per certi versi gli stessi risentimenti verso il proprio (ex) capoluogo di provincia, vive questa legge sui consorzi caricandola verosimilmente di troppe aspettative. Sicuramente l’eterno secondo posto ci è sempre stato stretto e su molte, troppe questioni, siamo sempre stati bistratti da una cosiddetta ENNA PADRONA.
E’ vero, dobbiamo e possiamo cogliere, sulle ali del cambiamento che questa legge dell’abolizione delle province crea (o potrebbe creare), le migliori possibilità ed alzare la testa perché è ora di farsi rispettare; così come dovrebbero farsi rispettare in consiglio comunale i nostri consiglieri che sono stati votati circa un anno fa! Sono stati votati perché li abbiamo ritenuti capaci di prendere decisioni per noi. Ed oggi, a distanza di un anno, dovremmo tornare a votare? Che succede: nessuno vuole prendersi...
le proprie responsabilità. Forse perché alcuni gruppi fanno rumore più degli altri, forse perché alcuni gruppi sono convinti che il futuro sia Catania.
le proprie responsabilità. Forse perché alcuni gruppi fanno rumore più degli altri, forse perché alcuni gruppi sono convinti che il futuro sia Catania.
Noi ci poniamo delle domande, perché in questa fase così delicata e critica, è giusto porsele.
Abbandonata la breve illusione di essere comune Capofila (vi ricordate quante riunioni si fecero su questo sogno prima di comprendere a pieno il testo della legge stessa?), oggi il dilemma potrebbe essere quello di rimanere con Enna, come eterno secondo comune, e comunque avere una grossa voce in capitolo nel momento in cui si distribuiranno gli assetti che i regolamenti dei nuovi consorzi daranno, oppure diventare la periferia del grande consorzio Catanese.
Un salto nel vuoto? Tra tutte queste ipotesi, la migliore viene mossa a rido quella di creare una rete di comuni centro-siculi ed aprirsi a realtà sicuramente più simili e più omogenee a quella nostra, come Caltagirone. Asse centro siculo così tanto decantato che ha visto il nascere di un fantomatico distretto turistico qualche anno fa (a proposito, che fine ha fatto?). Sono queste le riflessioni che fanno in consiglio o si pensa solo a far contento quel gruppo di piazzesi che alza la voce per dire, “referendum a tutti i costi!!”.
E gli altri, che dicono? Quelli che non urlano hanno veramente voglia di andare al referendum? E’ veramente necessario spendere prezioso denaro pubblico per indire un referendum con il rischio che nulla cambi, trovandoci, quindi, impantanati con Enna non per libera adesione, ma soltanto per il fallimento referendario. Chissà perché, ma ci viene in mente il referendum indetto per il problema dell’acqua, qualche tempo fa!! In conclusione, se comunque referendum sarà, si dovrà ben informare la popolazione ed in questo i partiti dovranno avere un ruolo essenziale nella divulgazione dei vari scenari che si prospetteranno di conseguenza all’esito del referendum stesso, in modo da far votare in maniera consapevole, così che un domani non ci potranno essere recriminazioni che resteranno solo in capo all’attuale consiglio che non ha saputo distinguersi per non avere il coraggio di poter scegliere in nome del popolo che lo ha votato.
Andrea Lombardo
Coordinatore Sezione Psi di Piazza Armerina
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