I calzari a infradito a mosaico scoperti alla Villa Romana |
Una misteriosa donna chiamata “Triptona”, citata in
un’iscrizione musiva inedita del IV secolo dopo Cristo, l’immagine di due
sandali con infradito, un modello tipicamente usato in età imperiale romana,
nuovi pavimenti decorati con tessere bianche e motivi a scacchiera. Sono solo
alcuni dei nuovi mosaici scoperti dagli archeologi dell’università Sapienza di
Roma alla Villa Romana del Casale, emersi nelle ultime settimane, in un nuovo
edificio termale di epoca romana che sta portando alla luce altri inattesi
tesori. Il professor Patrizio Pensabene, docente di Archeologia classica
nell’ateneo della capitale, alla guida da nove anni di altrettante campagne di
scavo all’interno del sito Unesco, presenterà i risultati dell’ultima attività
scientifica questa mattina al convegno internazionale sulla Villa Romana, in
programma per quattro giorni a Palazzo Trigona, fino al 10 novembre. Al centro
degli interventi dei relatori “La Villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia
residenziale tardoantica”. La scoperta più curiosa, al centro di un nuovo
pavimento dell’edificio termale, è quella... di un’iscrizione ben conservata,
realizzata con tessere bianche di mosaico su campo quadrato rosso. Si legge
“Treptona bibas”, una sorta di acclamazione, in cui “bibas” sta per “vivas”,
ossia “che tu viva”. “Treptona, che tu viva”: chi era la donna alla quale era
rivolto questo inno simbolico? Troppo presto per fare ipotesi. “Il mosaico
mostra anche evidenti segni di restauri antichi, sia nella bordura che nel
tappeto musivo”, dice il professor Pensabene. Ad accompagnare in tutti questi
anni la sua avventura archeologica nella dimora romana il professor Paolo
Barresi ed uno stuolo di studenti-archeologi provenienti da diverse università
della Spagna e d’Europa. I pavimenti a mosaico della Villa Romana hanno
rappresentato per secoli uno spaccato “fotografico” delle tradizioni e degli
usi coevi alla costruzione della lussuosa villa imperiale. I sandali scoperti
centimetro dopo centimetro durante gli scavi nelle scorse settimane ne sono un
esempio. In una delle decorazioni musive appena portate alla luce nel pavimento
delle nuove terme appaiono dentro una cornice di forma quadrata due calzari con
infradito, una tipologia di mosaico questa, ampiamente diffusa nelle terme
romane di età imperiale. Tutta da approfondire, poi, la scoperta di un sistema
di colonne monolitiche in marmo, ne sono state già trovate tre, con altrettanti
capitelli. “Rimane da definire il carattere di quest’area, che potrebbe però
far pensare ad un ingresso monumentale alla Villa Romana”, spiega il professor
Pensabene. Individuati poi altri due capitelli marmorei di età imperiale, uno
ionico e uno corinzio. Erano reimpiegati in un muro aggiunto tra il V e VI
secolo dopo Cristo, sul lato nord, quando l’edificio non era più in uso come
terme. Lo stesso edificio termale era stato riutilizzato in età islamica come
quartiere artigianale. E tantissimo c’è ancora da scavare e scoprire,
serviranno anni di paziente lavoro. Lavori condotti dall’ateneo romano in
collaborazione con la Soprintendenza di Enna e il Parco Archeologico. Fra non
molto i nuovi mosaici scoperti porranno il problema della loro copertura a fini
conservativi. Insomma l’imponente dimora imperiale era più grande di quella che
eravamo abituati a conoscere sulle guide turistiche. Roberto Palermo (Giornale di Sicilia - Edizione 7 novembre 2012)