Questa voragine a giugno per settimane ha inghiottito acqua piovana |
Grossa voragine apertasi ai piedi della chiesa di Santa Maria dell’Itria, a pochi centimetri dai puntellamenti che dal 2007 sorreggono un fianco della chiesa crollata. Il basolato della sede stradale è sprofondato e da molti giorni le piogge pomeridiane continuano a far riversare acqua all’interno del consistente buco, con il rischio di indebolire il paramento murario soprastante. Il parroco Salvatore Giuliana da un paio di settimane continua a segnalare il pericolo all’ufficio Tecnico e all’amministrazione comunale, con la richiesta di un intervento urgente di messa in sicurezza. Anche ieri mattina don Giuliana ha fatto visita alla Sala delle Luci del palazzo comunale al sindaco Filippo Miroddi per sollecitare una misura tampone. “Sto provvedendo a firmare un’ordinanza per affrontare la situazione, sulla base della relazione dell’ufficio Tecnico”, spiega il primo cittadino. Ordinanza che porta la data del 20 giugno ed ha previsto lo stanziamento di 11 mila euro con i lavori affidati ad una ditta locale. I funzionari comunali si sono già recati.. sul posto per effettuare un sopralluogo. Proprio le infiltrazioni d’acqua potrebbero essere la causa del drammatico crollo di parte della chiesa avvenuto nel dicembre di sei anni e mezzo fa. La via Itria, una delle principali vie di comunicazione viaria del quartiere Canali, dal 2007 è chiusa al traffico. Di recente era partito un piano di indagini geologiche nel sottosuolo della chiesa, con l’obiettivo di individuare le ragioni del cedimento statico, attraverso alcuni lavori di scavo dell’area sottostante la via Itria, anche attraverso il prelievo di campioni da studiare con alcuni carotaggi effettuati in profondità. Operazioni guidate da un team di tecnici formato da Mauro Mirci, capo della Protezione civile comunale, Gianvito Graziano, presidente dell’ordine nazionale dei geologi, e Silvio Gangitano, dirigente del servizio Idrogeologico della Protezione civile regionale, sezione provinciale di Enna. La Curia chiede da anni di conoscere le cause del crollo, senza ricevere mai risposte ufficiali. Eppure i carotaggi accanto alla chiesa e le video-ispezioni sul canalone fognario che scorre accanto all’edificio vennero fatte dopo il crollo e in parte sarebbero in possesso dell’ufficio Tecnico a quanto pare. Ma versioni ufficiali sui motivi del crollo non ce ne sono ancora. Cause che vanno individuate e rimosse prima di ricostruire il paramento murario crollato, per evitare altri episodi simili. Per rimettere in piedi il muro serviranno circa 1 milione e 800 mila euro. Fondi che la Curia spera di poter recuperare attraverso il ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, vinto dalla Parrocchia proprio in quei giorni tragici. Ad oggi non ci sono decreti di finanziamento, ma solo impegni a parole legati a quel contenzioso vinto dalla Diocesi. Ma l’avvio della progettazione viene considerato un passo decisivo proprio per mettere in moto la macchina amministrativa che dovrà portare al recupero della chiesa.