Foto di Roberto Palermo
PIAZZA ARMERINA. A poche decine di metri dai gruppi di turisti, impegnati sotto il sole cocente a visitare i pavimenti musivi della Villa, all’interno di una baracca prefabbricata, su un tavolino di lavoro, giacciono in questi giorni i resti ossei di un cavallo. Un esemplare morto più di dieci secoli fa. Un intero scheletro dell’equino “romano”, ritrovato all’interno di uno dei tanti pozzi d’acqua della Villa Romana del Casale. Come mai era stato gettato all’interno del pozzo e in quale contesto? Chino sul tavolo di lavoro, riempito dei resti dell’animale, un giovane archeozoologo, Sebastiano Pappalardo, catanese di 28 anni, sta cerando di strappare via al cavallo quante più informazioni possibili. “Per ora sappiamo che si tratta di un esemplare maschio di 7 o 8 anni d’età, morto a quanto sembra per cause naturali, il cavallo non è stato macellato, è integro e speriamo di poterne ricavare quante più notizie”, spiega Pappalardo. Informazioni che potrebbero contribuire a capire in quale contesto si viveva nella zona. Ma ogni valutazione, per ora, appare prematura. A terra, accanto al tavolo di lavoro, dentro ad altri contenitori, le due mandibole con i denti perfettamente conservati e il resto dello scheletro. In corso l’attività di pulitura e catalogazione di tutti i pezzi ossei, ritrovati mentre i tecnici stavano svuotando alcuni pozzi. Certo non un fatto usuale, quello di recuperare accanto ai pavimenti musivi lo scheletro di un cavallo. Più facile ritrovare reperti di ceramica o monete antiche. Forse l’animale, dopo essere morto in seguito ad una malattia, venne gettato nei canali della Villa Romana in una fase storica in cui era in corso il riempimento degli stessi. Insomma, una tomba improvvisata per caso nel corso di alcuni lavori. Giornale di Sicilia edizione del 21 agosto. http://robertpalermo.blogspot.com/