La
Procura regionale della Corte dei Conti ha chiesto gli atti al Comune sull’assegnazione ad un’associazione
locale di un bene confiscato alla mafia. I magistrati hanno chiesto agli uffici comunali la trasmissione del bando pubblico per l'assegnazione del bene e copia della deliberazione di giunta numero 159 dello scorso settembre, delibera quest'ultima con cui inizialmente era stato assegnato il bene all'associazione. Delibera poi revocata una settimana dopo, il 20 settembre, dall'amministrazione comunale perché nel frattempo si era scoperta un'altra richiesta di utilizzo del bene da parte di un circolo politico-culturale locale. La giunta, intanto, ha revocato in autotutela la propria delibera dello scorso 25 novembre, la numero 209, con cui era stata poi assegnata alla stessa associazione locale iniziale la
villetta confiscata alla mafia in contrada Piano Cannata, considerando la sua proposta più vantaggiosa rispetto a quella del circolo politico-culturale. La segreteria generale comunale avrebbe già risposto con una nota alla Corte. L'assegnazione iniziale del bene era stata fatta all'associazione in qualità di capofila di una partnership finalizzata alla realizzazione di un centro femminile di arte musiva per contrastare il disagio sociale, la disoccupazione e l'emarginazione di donne svantaggiate e discriminate.