La palificazione sotterranea in calcestruzzo
per mettere in sicurezza la via Itria dal rischio di dissesto idrogeologico
potrebbe saltare. Le vibrazioni provocate dagli scavi per decine di metri nel
sottosuolo potrebbero provocare un cedimento statico di un immobile che
attualmente è oggetto di un processo civile che vede l’uno contro l’altro un
privato e il Comune. Pare che indiscrezioni diano come possibile una perizia
processuale nella quale potrebbero emergere nuovi dati di carattere statico
sulle condizioni di debolezza dell’edificio. Nuovi dati di carattere tecnico
che non potrebbero non essere presi in considerazione dal cantiere in corso per
la riqualificazione della zona dell’Itria. Alcune abitazioni con cinque famiglie,
proprio lungo la strada, erano state sgomberate da oltre un anno per ragioni di
sicurezza. Il versante sul quale si trovano gli edifici da tempo è sottoposto
ad un forte rischio di dissesto idrogeologico. Il progetto già appaltato ed in
corso di realizzazione prevedeva l’installazione nel sottosuolo di consistenti pali
in cemento per imbrigliare e stabilizzare la zona. Ma adesso tutto potrebbe
saltare. Si trattava in pratica... di veri e propri cilindri in cemento da 60
centimetri di diametro ciascuno che dovevano essere conficcati nel sottosuolo
per una ventina di metri di profondità. Criteri di prudenza, adesso,
consiglierebbero di non procedere più a queste iniezioni di calcestruzzo
sottoterra a causa delle vibrazioni in fase di scavo e della debolezza statica
di un edificio. Pausa di riflessione per i responsabili del cantiere coordinato
dalla Protezione civile piazzese, nell’attesa che le perizie processuali diano
indicazioni chiare. Ma sembra possibile la necessità di una variante in corso
d’opera del progetto di riqualificazione urbana della zona.