Comunicato COBAS sull’ospedale Chiello
La problematica della lenta,
lentissima agonia dell’ospedale Chiello assomiglia sempre di più alla storiella
di “ Al lupo al lupo!” in quanto ci si accorge della gravità delle condizioni
del nostro sfortunatissimo ospedale solo quanto lo picconano in qualche sua
parte, o, per meglio dire, quando la
lungimirante “ars destruendi” della poderosa dirigenza ennese piazza alcuni dei suoi più disastrosi e
catastrofici fendenti fatti di determine direttoriali e di disposizioni
di servizio che definire infelici e dissennate è semplicemente
eufemistico. L’ospedale Chiello non è solo un presidio sanitario ma deve
costituire un presidio di civiltà e di dignità che non deve essere oltrepassato
e violato, deve costituire la linea del Piave di questa martoriata città che si
è vista e si sta vedendo spogliare di tutti quegli elementi istituzionali e
giuridici che permettono di identificare una
comunità nel consesso civile e politico generale. Ci hanno privato della
Pretura, dell’Ufficio INPS, dello sportello esattoriale, del terminale dei
servizi essenziali quali l’acqua e la spazzatura, finanche del giudice di pace
e ora, piano piano, lemme lemme,stanno finendo di distruggere l’ultima cosa che
manca alla classe politica ennese ( complice, con il suo silenzio trasversale
di destra e di sinistra) per completare lo scempio istituzionale volto a fare
di Piazza Armerina un cumulo di macerie politiche e una semplice appendice
anagrafica buona solo a costituire un bacino di voti. Solo quello!...Ora
l’ultima amenità gestionale è quella del trasferimento in mobilità del
personale infermieristico e qual è la nostra risposta?....Solo parole, solo bla
bla bla, solo esposizione di dati tecnici, di dati statistici, di vuote
elucubrazioni mentali, di noiosissime disquisizioni normative, di sofisticate
astrazioni lessicali, mentre il popolo comincia a perdere la speranza e la
fiducia che erano sorte dopo la grandiosa e partecipata manifestazione del 1
aprile 2011. Dov’è andato a finire quello spirito e quell’orgoglio?....Dove
sono andate a finire quegli impegni che sono stati presi e quelle promesse che
sono state fatte?....Enna ride e si sbraca mentre Piazza armerina si piange
addosso per colpa di una classe politica che quando arriva davanti ai piedi
degli intoccabili ennesi ammorbidisce i toni e comincia a chinare il capo,
ritornando in ginocchio e bastonata. Ma basta!...Non avete vergogna?....Alziamo
la testa e drizziamo la schiena!!!..Se la classe politica è incapace di gestire
il malcontento e di suonare la carica, facciamolo noi, società civile,
associazioni e sindacati….Ci vuole uno sciopero generale, bisogna bloccare
tutto: scuole, trasporti, servizi, autostrade, punti di rifornimento
energetici, uffici pubblici, supermercati. Quando migliaia di cittadini
arrabbiati e decisi circonderanno l’ASL
e la Prefettura e non faranno uscire per giorni questi signoroni del
potere vedrete come diventeranno mansueti e ragionevoli e vedrete che, come per
incanto, risolveremo il problema dell’ospedale. Ci daranno pure
l’elisoccorso!!!...Ma fino a quando crederemo alle fandonie e alle bugie del
potere costituito, soffriremo la penuria di diritti e ci calpesteranno la
dignità di uomini e di donne che non si potranno mai vantare di definirsi
cittadini ma si accontenteranno di
essere solo dei sudditi, cioè schiavi!! Solo cittadini liberi e forti possono
capire che distruggere un ospedale vuol dire uccidere la speranza e il futuro
di una comunità.
Il coordinatore provinciale COBAS
Luigi Bascetta