Condanno senza se e senza ma l'episodio capitato alla collega Marina Chiaramonte, direttore di Startnews, alla quale è stato impedito e limitato di fatto l'esercizio del diritto di cronaca in via Monsignor La Vaccara mentre tentava di fotografare e poi raccontare l'ennesimo episodio di avvelenamento di randagi. Piena solidarietà alla collega Marina e al collega Lo Iacono che invito a continuare ad occuparsi di randagismo come hanno sempre fatto, in autonomia come hanno sempre fatto, come meglio credono e ritengono, essendo la libertà il solo e unico padrone al quale rendere conto. Marina e Nicola, come qualsiasi giornalista, non devono prendere lezioni di giornalismo da nessuno. Minacciare la collega, una giornalista iscritta all'ordine, per quanto mi riguarda, significa minacciare l'intera categoria dei giornalisti. Non lo accetto. A coloro che hanno a cuore le sorti degli animali mi permetto con molta umiltà di suggerire una cosa: non permettete a chi uccide i randagi di uccidere anche la vostra grande capacità di stimolo al dibattito pubblico, ricerca del confronto e individuazione delle soluzioni ai problemi. Tutti i giornalisti piazzesi hanno sempre garantito ampio e articolato spazio a tutti i problemi che ruotano attorno al randagismo e al punto di vista delle associazioni animaliste. Se poi fare buon giornalismo significa parlare solo di un punto di vista, mi dispiace, ma questo, si, sarebbe anomalo. I problemi di carattere igienico-sanitario, sicurezza pubblica, tutela dell'incolumità pubblica, gli innumerevoli disagi (sacchi di spazzatura disseminati sui marciapiedi, bisogni nelle aiuole e davanti agli ingressi delle abitazioni, latrati che disturbano la quiete diurna e notturna e il nervosismo del branco in alcuni periodi nei confronti di pedoni, ciclomotori e auto) vanno raccontati, così come vanno raccontati gli incivili gesti dei delinquenti che gettano le polpette, premono il grilletto contro i quattrozampe o insaccano i poveri e incolpevoli randagi. I mass media e i giornalisti naturalmente possono e devono essere criticati liberamente, perchè a nessuno è concesso sottrarsi al confronto con la libera manifestazione del pensiero degli altri. Ma la civiltà dei gesti e delle parole vale per tutti, nessuno ne è escluso, fuori e dentro i blog, i siti di informazione online e la carta stampata. E siccome il movimento animalista armerino è sano e pieno di straordinarie persone e quello dei giornalisti lo stesso, credo inopportuno delegare alla rabbia il compito di governare il confronto.