martedì 6 agosto 2013

Piazza Armerina. Arancio, commissione Sanità: "Pediatria, i rami secchi sono a Enna"

Concetto Arancio
“La Pediatria dell’ospedale Chiello non va soppressa, se bisogna tagliare un ramo secco, quello, numeri alla mano, è la Pediatria dell’Umberto I di Enna”. Il presidente della commissione Sanità, Concetto Arancio, si dice “offeso” come cittadino e amministratore per i dati diffusi nei giorni scorsi, secondo i quali non ci sarebbero ricoveri nel reparto pediatrico del Chiello. Arancio, dati dell’Asp sul tavolo, cita uno per uno una serie di parametri riguardanti proprio il reparto armerino: “Nel 2012 sono stati fatti 329 ricoveri ordinari e 209 in regime di day hospital, pari all’8 per cento dei ricoveri del Chiello, la degenza media è al 5,56 a Piazza contro il 3,80 di Enna, l’indice di occupazione dei letti è dell’83,56 per cento contro il 68 per cento dell’Umberto I, le prestazioni ambulatoriali con ricetta fornite dalla Pediatria armerina sono state 1194, con un fatturato... del +14 per cento a fronte del -8 per cento della Pediatria del capoluogo”. “La Pediatria a Piazza è a forte rischio chiusura, in un recente incontro con i vertici dell’Asp ci è stato detto in modo chiaro e apertamente che il nostro reparto è un ramo secco da tagliare, ma le cose non stanno così, i numeri lo dimostrano e bisogna prenderne atto”, dice il presidente Arancio. “Quindi a settembre sarà tempo di combattere per il nostro ospedale, a partire dalla Pediatria del nostro ospedale, il ramo secco è la pediatria di Enna, lo ripeto, si tagli nel capoluogo e non sempre nel nostro territorio”, conclude Arancio, secondo il quale le decisioni dell’Asp vanno riviste.

Dai rovi al museo

Dai rovi al museo
Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali
Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens
In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

Corrado Augias e Vito Mancuso
Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins
Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo