Uno degli imputati è portatore di handicap, ma manca un ascensore per accedere all’aula del tribunale ed il processo penale si tiene nell’androne condominiale, a piano terra. Udienza in un sottoscala quella di ieri mattina all’ufficio del Giudice di Pace di via Mazzini. Alle spalle del giudice Canino, alle 12.15, non campeggia la nota espressione “La legge è uguale per tutti”, ma un serbatoio di plastica condominiale con un motorino elettrico per aspirare l’acqua. Il pianerottolo del piano terra, tra il portone d’ingresso e le scale, si è trasformata per un paio d’ore in un’aula di tribunale con un giudice, un pubblico ministero, due avvocati, un cancelliere, un usciere, i due imputati, la parte offesa, tre testimoni e la moglie di uno dei due imputati. In pratica ben tredici persone in circa dieci metri quadri di sottoscala.
Al centro dell’udienza un piccolo caso di querela penale come tanti, risalente all’aprile del 2009, con due imputati accusati di presunte lesioni verso un altro soggetto a causa di malintesi sulle condizioni in cui era stato lasciato un locale in affitto. Uno dei due imputati, però, è affetto da sclerosi multipla, una malattia degenerativa. Si era presentato poco prima al piano terra, nell’androne del palazzo di via Mazzini, con una stampella. L’ufficio del Giudice di Pace si trova al secondo piano e bisogna salire un paio di rampe di scala. Manca un ascensore e l’imputato non può accedere all’aula in cui dovrebbe cominciare il processo. Il giudice Canino decide che l’udienza va fatta ugualmente, ma dovendo assicurare l’accesso e la presenza dell’imputato. Insomma se l’imputato non può materialmente andare dal giudice è il giudice che va dall’imputato. E così alle 12 giudici, pubblico ministero, cancelliere e usciere scendono al piano terra, nel sottoscala, e su un piccolo tavolo aprono il processo.
Tra il rombo di una moto in uscita, parcheggiata accanto all’androne, e i clacson delle auto in via Mazzini, si esaminano i primi testimoni. Ad un certo punto il giudice di Pace, mentre è in corso l’esame della parte offesa, deve anche ordinare all’usciere di chiudere il portone d’ingresso per attutire i rumori molesti. Non è la prima volta che il personale si trova a dover fare il processo quasi su strada in presenza di portatori di handicap. “In 23 anni di professione non mi era mai capitato di dover partecipare ad un’udienza in un sottoscala, un fatto gravissimo e indecoroso”, spiega l’avvocato Antonio Impellizzeri, noto penalista, il quale difendeva i due imputati.
“Un fatto di gravissima mancanza di sensibilità verso un portatore di handicap al quale non viene data la possibilità di poter presenziare ad un processo nel quale è imputato in modo decoroso e dignitoso, non è possibile operare in una struttura inadeguata”, aggiunge il legale, non senza sottolineare, invece, la professionalità di tutti gli operatori di giustizia dell’ufficio del Giudice di Pace armerino. Presente per la parte offesa anche l’avvocato Egidio la Malfa. (Giornale di Sicilia - Edizione 21 giugno 2011)