venerdì 8 aprile 2011

Piazza Armerina. La coalizione delle schede bianche per ora supera quella di Capizzi


Prime due votazioni e prime due fumate nere, mercoledì sera, per l’elezione del presidente del consiglio comunale. L’accordo politico tra Udc, Mpa e Pd, con la candidatura ufficiale di Giuseppe Capizzi allo scranno più alto di via Cavour, ha tenuto in aula. Ma si è rivelato per ora insufficiente. Ed ha fatto in aula una prima vittima, il gruppo consiliare del partito Democratico, arrivato all’importante appuntamento politico spaccato, con due diverse linee di condotta che tuttora sembrano inconciliabili. Le due votazioni si sono concluse in maniera identica: 9 schede bianche, 8 voti a Capizzi, 1 voto a Calogero Centonze, 1 a Rosario Paternicò e 1 a Carmelo Gagliano.

Per ora la coalizione delle schede bianche supera quella a sostegno di Capizzi. A votare per il consigliere Capizzi l’Udc con Vincenzo Filetti e Calogero Cursale, l’Mpa con Ivan Picicuto, Angelo Trebastoni e Giuseppe Falcone, gli autonomisti del Pd con Calogero Centonze, Calisto Failla e lo stesso Capizzi. Gli altri otto consiglieri del Pd, Giuseppe Venezia, Ilenia Adamo, Eduardo Lotario, Filippo Vitali, Pino Grillo, Franco Azzolina, Riccardo Calamaio, Fabio Monasteri, hanno votato scheda bianca, così come sembrerebbe anche il consigliere indipendente Basilio Fioriglio. Per il resto l’indipendente Renato Incardona avrebbe votato Centonze, Carmelo Gagliano e Rosario Paternicò (Pdl) se stessi. Si tratta naturalmente di indiscrezioni perché il voto è segreto. In prima votazione occorrevano 11 voti per l’elezione del presidente (la maggioranza assoluta), dalla seconda votazione in poi sarà sufficiente anche la maggioranza semplice, cioè la metà più uno dei presenti, purchè vi sia sempre il numero legale in aula, cioè almeno 11 consiglieri presenti. Se la coalizione delle schede bianche dovesse decidere di puntare sull’attuale vicepresidente Ilenia Adamo la battaglia potrebbe essere decisa dai due voti determinanti del gruppo Pdl di Gagliano e Paternicò. Nel mirino della diplomazia pro Capizzi, ma anche di quella pro Adamo, vi sarebbero Azzolina, Monasteri, Calamaio, Fioriglio e Incardona. La seduta era cominciata in un clima di confuso dibattito su come procedere per l’elezione e su alcune questioni preliminari: il consiglio può essere convocato per l’elezione del presidente dal vice presidente o anche dal consigliere più anziano, e poi, ancora, l’aula dovrà votare ad oltranza fino all’elezione del nuovo presidente o potrà occuparsi anche di altri punti all’ordine del giorno. Nessuno in aula ha dato risposte univoche.

Dai rovi al museo

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Erano state arrotolate e gettate fuori dalla chiesa senza cornice, abbandonate tra i rovi. Adesso un restauro di 36 mila euro, durato ben 9 mesi, le ha riportate al loro originario splendore. Presentate dal settore Beni culturali della Diocesi quattro enormi tele appartenenti alla chiesa di Sant’Andrea, ritrovate cinque anni fa per caso dal parroco Enzo Ciulo. Si tratta di un “Sant’Andrea” del ‘600, “L’Immacolata”, datata 1603, e una “Deposizione”, anch’essa del XVII secolo, e un Sant’Andrea condotto al Martirio.

Sant'Andrea d'Avellino. Entro ottobre sarà restaurato con 10 mila euro delle casse comunali

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Sarà la società “Geraci Restauri” di Messina a procedere al restauro del quadro di Sant’Andrea di Avellino, la tela del XVIII secolo che presenta ai piedi del santo la raffigurazione della città, la prima vera fotografia storica del centro abitato piazzese, una sorta di mappa dell’originario agglomerato storico cittadino. La giunta ha affidato l’incarico per 10 mila euro, somma attinta dal fondo di riserva.

"Dio non è grande", il libro di Christopher Hitchens

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In nome della ragione, contro ogni intolleranza e fanatismo: un atto d’accusa, ma soprattutto un invito a riflettere.Hitchens affronta di petto le questioni e, analizzando lacune e incongruenze dei testi “sacri”, spiega ciò che è sotteso a norme e tabù, premi e castighi eterni, proponendo illuminanti esempi storici dai tempi più antichi a oggi. La sua è una serrata difesa della ragione e del laicismo contro la crudeltà resa legittima e “santa” in nome di una fede.

Corrado Augias e Vito Mancuso

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Credenti cattolici e atei razionalisti si sfidano a duello

"L'illusione di Dio", di Richard Dawkins

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Il biologo ed evoluzionista Richard Dawkins torna sul tema da sempre al centro dei propri studi: l’ateismo. E lo fa con un saggio dall’obiettivo esplicito: dimostrare l’inesistenza di quel Creatore a cui tutte le religioni, e in particolare i tre monoteismi, fanno riferimento. Già il provocatorio titolo, L’illusione di Dio, racchiude il nucleo delle argomentazioni di Dawkins: l’esistenza di un Creatore è un presupposto dogmatico, una verità indiscutibile in quanto “sacra”, ma non dimostrabile in alcun modo